Kodachrome
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Creata dalla Kodak nel 1935, la Kodachrome è stata la pellicola a colori più apprezzata e utilizzata in ambito fotografico e cinematografico, sia a livello amatoriale che professionale.
Per circa un secolo fotografi e cineasti hanno rappresentato la propria visione del mondo attraverso le tonalità fredde e i colori saturi di questa pellicola.
L’ultimo rullino, prodotto nel 2009, fu concesso a Steve McCurry, fotografo universalmente apprezzato e fonte di ispirazione per diverse generazioni di fotografi amanti di viaggi e ritrattistica, che impiegò un paio di mesi per esporlo, tra America e la sua amata India.
Nel 2017 la pellicola è stata anche oggetto di un film, cui ha dato altresì il titolo, ispirato a fatti realmente accaduti tra il 2009 e il 2010, allorquando decine di fotografi professionisti e fotoamatori hanno tirato fuori dai cassetti migliaia di rullini esposti nel corso degli anni e mai fatti sviluppare.
Oggi, grazie alle alchimie digitali possibili con gli strumenti di cui sono dotati i moderni e potenti software di sviluppo di immagini digitali, è possibile riprodurre, più o meno, lo stile della Kodachrome.
Le fotografie presenti in questo portfolio, frutto di una “elaborazione” digitale, sono il mio personale omaggio a una pellicola che – insieme alla Fuji C200 - ha fatto della mia modesta esperienza fotografica.
Creata dalla Kodak nel 1935, la Kodachrome è stata la pellicola a colori più apprezzata e utilizzata in ambito fotografico e cinematografico, sia a livello amatoriale che professionale.
Per circa un secolo fotografi e cineasti hanno rappresentato la propria visione del mondo attraverso le tonalità fredde e i colori saturi di questa pellicola.
L’ultimo rullino, prodotto nel 2009, fu concesso a Steve McCurry, fotografo universalmente apprezzato e fonte di ispirazione per diverse generazioni di fotografi amanti di viaggi e ritrattistica, che impiegò un paio di mesi per esporlo, tra America e la sua amata India.
Nel 2017 la pellicola è stata anche oggetto di un film, cui ha dato altresì il titolo, ispirato a fatti realmente accaduti tra il 2009 e il 2010, allorquando decine di fotografi professionisti e fotoamatori hanno tirato fuori dai cassetti migliaia di rullini esposti nel corso degli anni e mai fatti sviluppare.
Oggi, grazie alle alchimie digitali possibili con gli strumenti di cui sono dotati i moderni e potenti software di sviluppo di immagini digitali, è possibile riprodurre, più o meno, lo stile della Kodachrome.
Le fotografie presenti in questo portfolio, frutto di una “elaborazione” digitale, sono il mio personale omaggio a una pellicola che – insieme alla Fuji C200 - ha fatto della mia modesta esperienza fotografica.
